lunedì 22 settembre 2014

Breve cronaca di una vacanza

A quanto pare ci sono riuscita e sono in ferie. È così, dunque, che ci si sente in vacanza, con le pile cariche dopo tre giorni e la schiena sfondata per il troppo dormire. Io, che quando dormo sei ore scarse devo accendere un cero e ora, in alta montagna, passo il tempo a mangiare, dormire, nuotare, fare una sauna e un bagno turco, mangiare, mangiare e dormire. La montagna offre il silenzio, il cibo ottimo e la ripetitività delle giornate. Qualcosa tipo Ricomincio da capo e, dovendo scegliere, rivorrei la merenda con la pizza ai funghi, le torte di frutta e la cena con i canederli allo speck e formaggio, polenta e funghi.
Quando mi hanno detto che la cena veniva servita dalle 19.00 alle 20.00 ho storto il naso, e la mia preoccupazione era che la colazione si potesse fare solo fino alle 9.30. Beh, in effetti non serve molto più tempo. Qui ci si sveglia con il sole e una fame orba, ti dai una sciacquata e, senza usare il pettine, si scende al piano zero. Quando le porte dell'ascensore si aprono arriva un aroma di cose buone e il suono leggero di "buondì" sussurrati, mescolati a sapori di torte di tutti i tipi, a toast salati e Nutella sul pane tostato di fresco. Il sorriso delle due signore che ho chiamato "sorelle Kessler" due  anziane ospiti dell'albergo sempre sorridenti, probabilmente gemelle o non saprei, due colossi in altezza e stazza che, pur non parlando una sola parola di Italiano, si fanno capire. Anche in tedesco.
Ieri pomeriggio ero nel bagno turco, entra una signora e mi dice di essere uscita dalla sauna perché due donne anziane insistevano affinché le donne fossero libere dagli indumenti e si erano tolte i costumi da bagno. Lei si sentiva a disagio e ha cambiato zona relax. Finito il bagno turco scelgo la sala della cromo terapia e vedo uscire dalla sauna le due tedesche, rido, pensando che a circa 75anni siano molto più libere loro di molte giovani donne, schiave di scatti perfetti e sguardi carichi di giudizi prettamente estetici. Il peso della competizione e qui, in alta quota, le donne italiane sono le peggiori. Belle e stronze. E non è mai un complimento quando do dello "stronzo" a qualcuno.
Osservo in silenzio, mentre un fascio di luce giallo oro mi accarezza, sento stralci di conversazione e, in men che non si dica, tutta l'area benessere parla delle "due vecchie" che fanno la sauna nude. Loro, ignare delle cattiverie, sorridono a tutti e versano una tisana a chi si avvicina alle teiere. Imponenti come la montagna, coperte dai costumi magicamente riapparsi. Mentre arriva il Blu a rassicurarmi, quella più alta mi porta un bicchierino di the verde e dice qualcosa che, se non fosse stato per il sorriso, sarebbe sembrata una dichiarazione di guerra. Accetto e ringrazio nella mia lingua. Se avessero saputo parlare inglese lo avrebbero fatto, allora lo faccio con l'uso della mia lingua.
Grazie.
La parola più bella del mondo. E lei la ripete estasiata. Poi riprende a dire cose incomprensibili, io sorrido, mentre il mio relax gioca con i colori e la musica di sottofondo diventa solo un brutto ricordo, saluta e torna dalla sorella, amica, gemella, mah.
In montagna si possono collezionare chili in men che non si dica. Al mattino si prende il sole, nella pausa pranzo si nuota, primo pomeriggio si va al centro benessere, mentre fuori inizia a diluviare, poi si fa merenda e, siccome fuori fa freddo e piove ancora, si opta per l'idromassaggio con acqua calda. Dopo la doccia è già ora di cena e nel giro di un'ora rotoli fino alla camera. La prima sera, alle 21.30, dormivo già. Ora sono migliorata; riesco a stare sveglia fino alle 22.30. Una sola volta ho visitato un paese qui vicino per andare a mangiare una pizza, ma sotto la pioggia non è bellissima la montagna, se non guardata da sotto le coperte, non è come il mare, rassicurante, se ti guardi intorno mentre piove, in montagna, ti senti perso e in pericolo. Anche se sono certa che sia una mia idea. Forse dipende dal fatto che il clima cambi mutande ogni ora, forse dipende dal fatto che io non sappia distinguere il versante delle nuvole da acqua da quello innocuo, e ieri sera ripetevo "Ora passa", fino a quando le gocce si sono trasformate in grandine. Per chi vive al mare non è così semplice ascoltare il vocione di queste rocce così vicine che sembrerebbero pronte a farsi grattare dietro le orecchie. Oggi, per la prima volta dopo giorni, mi è sembrato di sentire un abbraccio. Asciutto, ma cordiale. Meno avvolgente di quello del mare ma, non per questo, meno sincero. La montagna sa abbracciare così, con cortese distacco, e io la capisco, sono pur sempre un'estranea. Simpatica, educata, ma estranea.
Sono rimasta in albergo, mi avevano proposto l'escursione con "Giovanni" (difficoltà media) e mi sono vista passare i miei anni davanti, dietro e intorno, accovacciata in un crepaccio fino a diventare cibo per stambecchi onnivori, poi ho pensato "e chi cacchio è Giovanni?" mentre non smettevo di sorridere, sembrava avessi una paresi mentre imploravo dentro "Fa' che non insistano", declinando la fatica, accumulando qualche centinaio di grammi extra, inclusi nel pacchetto vacanze relax.
Manca poco e torno a casa. Penso che rilassarsi, alla lunga, stanchi.
Programmi per l'inverno: dieta, veglie notturne, dieta, lavoro, dieta e una giornata al mare. Devo portargli i saluti di questa montagna bellissima.











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