È qui, accanto a me e si veste di colori che le percorrono la pelle, come fanali di auto in corsa che giocano a svelare e nascondere, ingrandire e spaventare.
È una sera che scopre la spalla, mentre la luce rossa indugia, sparisce, indugia, ancora e ancora e ancora e guardala come si mescola all'oro. Sera che accarezza e avvolge.
Una sera umida, come i baci di un amante che ti stava aspettando, una sera che t'invita fuori e che non vuoi ascoltare. È sera sopra e sotto pelle, dentro ogni brivido, così sera da incamminartici dentro.
Sera da percorrere.
È sera, di quelle che ti ritrovi attraverso il vetro appannato della finestra, intrappolata, mentre ti guardi negli occhi e t'inviti a starti accanto ancora un po'.
È sera che ti versi da bere e ti brucia in gola.
Sera da urlo.
Sera che disinfetta, sera oltre la nebbia, sera nei dettagli e oltre la rabbia.
Sera.
Sera che non muove una foglia, sera dai contorni immobili, sera da infanzia, sera da voglia.
Sera da passi falsi e rincorse vere. Sera bugiarda.
Sera incoerente e capricciosa, dalle unghie laccate di blu e la mano pallida come la luna. Sera dai contorni tracciati con un dito, sera da segreti e complicità.
Sera che ti riconosci in un rintocco e ti perdi in un ritornello.
Sera oltre il vetro appannato, sera dal respiro leggero.
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