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È stato tutto così strano, apro Twitter, leggo la mia TL e sorrido a qualche buongiorno più originale e frizzante del solito, butto l'occhio sulla solita lagnosa stizzita che ce l'ha con il mondo e spera da una vita che qualcuno le chieda barlumi, valuto spesso di smettere di leggerla, poi ricordo che scrive anche pensieri che apprezzo, ed è su quelli che mi concentro, quando è in vena e non si accorge di tutti gli altri dimentica di essere avvelenata. Capito sulla home di chi vado a cercare. Scrivo due battute senza senso apparente, come spesso faccio appena accedo a quel pantano di anime, poi vedo passare la notizia della morte di David Bowie, ci clicco sopra, senza un attimo di esitazione, e noto che proviene dall'account ufficiale. Quello verificato.
Primo brivido.
Cerco in rete, sul sito neanche l'ombra di un raffreddore, google tace tragedie e recensisce il suo ultimo album, quello che ancora non ho avuto tempo d'imparare per intero. Torno su twitter e chiedo a chi ha linkato quella notizia come possa, David, essere morto ieri senza uno straccio di notizia.
Ragazzi, che vi piaccia o meno, stiamo parlando di David Bowie, affacciatosi sulle scene decenni or sono, facendo tanto di quel casino mediatico che non poteva essersene andato così, piano e in sordina. E volevo la smentita, subito.
Mi risponde che è stato confermato da Sky, torno sul web, digito in inglese questa volta, nulla e nessuno ne parla. Trovo come primo sito la notizia della Bufala sulla morte di Bowie e cazzo, non mi ero accorta di tenere il fiato sospeso, copio il link della pagina e torno su twitter, riporto alla ragazza che ha passato la notizia, "non ci credo", dico, più a me che a lei e dopo un po' vedo tutte le news in rete, il TG5 in sottofondo dà la stessa notizia, senza usare il condizionale, quel condizionale dei giornalisti che ti fa pensare "ok, adesso arriva la smentita".
"David Bowie è morto/Si è spento all'età di 69.../...nella notte/... eclettico/Duca Bianco/Ziggy.../... un camaleonte.../... Bowie è morto."
Ero poco più di una bambina, guardavo Video Show, un programma quotidiano di video musicali, lo incrociavo spesso con i suoi capelli colorati e la pelle chiara. La mia amica aveva paura di lui, io ascoltavo la sua voce così, così umana che non potevo temere qualcosa, Beh, ho definito la voce di David Bowie "umana" siamo matti, lo so, ma già a quell'età ascoltavo i gherigli dentro al guscio. Sono cresciuta con zii che ascoltavano Musica, pane e Bowie, Genesis e Gabriel, amici loro che sembravano usciti dagli schermi tv, e io li osservavo, ammirata e silenziosa. Ascoltavo musica e mi commuovevo. Quell'eterno controcanto nella mia testa, mai azzittito, che mi faceva pizzicare gli occhi, il tono basso che andava a cozzare con tutte le notizie frammentarie sui suoi gusti sessuali che passavano sui giornalini da ragazze ribelli che, intorno ai tredici anni, leggevo in camera mia. E quando ero ragazzina bastava dire "è bisex" per continuare ad amare un cantante e sperare di poter scappare via con lui. Ma a me non importava quello.
Il primo articolo letto aveva fatto sì che io dovessi tenere questo amore molto nascosto. La data di nascita di David Bowie, 8 Gennaio 1947, mia mamma è nata il 7 Febbraio 1947, e David era addirittura più vecchio di mia mamma di un mese. Non potevo confessare a nessuno il mio amore per David, potevo però limitarmi a cantare le sue canzoni, scrivere stralci di storie sul diario e tradurmi i testi, oh sì, senza capirci molto, lo confesso, ma a tredici anni vuoi solo farti portare via dall'alieno, se nasconde una voce umana. Dentro c'era il fuoco, io lo sentivo. Non solo dentro David.
David Bowie è la cotta adolescenziale che non mi è mai passata. Gli anni passavano, anche per me, alla velocità della luce e senza sconti. Da sempre in poi. Ho visto molti cantanti dal vivo, ho assistito a tanti concerti, ho intervistato molti artisti per la radio dove lavoravo. David Bowie è sempre stato il mio sospiro e posto vacante. Mi mancava per molti aspetti: mai visto un suo live, mai avuto la fortuna d'intervistarlo, mai sentito il suo profumo stringendogli la mano e dandogli due baci sulla guancia. Mi sono limitata a cantarlo, ascoltando quella sua canzone tre volte di seguito e ogni volta che lo faccio, ancora sorrido.
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Oggi.
È morto David Bowie, rimbalzano i messaggi di cordoglio in rete, di chi lo ascoltava, di chi lo cantava, di chi lo amava segretamente e di chi lo conosceva poco.
È morto David Bowie, c'è chi vuole fare silenzio, ma di fatto non lo fa perché è impegnato a dare stilettate a chi scrive di essere dispiaciuto.
È morto David Bowie, grazie a tutti quelli che mi fanno sapere che non mi avrebbe "portato le pasterelle la domenica a casa" come credo che non lo avrebbe fatto qualsiasi altro artista per nessuno di noi, ma cos'è la morte, se non le schegge di quel sogno di cristallo andato in frantumi, quello che ti faceva pensare, magari, di poterlo un giorno incontrare davvero o di avere ancora tempo per chiedere scusa, per fare una telefonata, per incrociare gli sguardi e sorridere. Ma quando siamo fuori da un coro diverso dal nostro, a quanto pare, tendiamo a diventare cinici oltre la ragione.
È morto David Bowie e dobbiamo stare attenti a cosa preferiamo, a non avere qualche nozione musicale extra, per non disturbare chi ha voglia di fregarsene mandando a monte tutto senza essere andati a lezione di "come fare per fregarsene davvero".
È morto David Bowie. Ho capito che non era immortale, come chiunque, ok, va bene, ma scusatemi se per me è stato un brutto risveglio. È morto David Bowie, ho appena scoperto che non avrò più la fortuna nè possibilità di vederlo live su un palco. È morto David Bowie e ora so davvero che non succederà mai di mangiare le paste della domenica con lui e, tra le altre cose, mi mancherà il sogno mentre ascolterò le sue canzoni, una di esse per tre volte consecutive. È morto David Bowie e non è come se fosse morto un familiare, come accade spesso quando ascolti la musica di un artista che muore, è come se la mia parte più nascosta sia defunta, ogni sfaccettatura dei miei momenti più difficili affidata a lui e ora se li è portati con sé. Lui e l'alirno del controcanto, quello che sapeva. È morto David Bowie e scusate se non ho voglia di leggervi.
È morto David Bowie, se vi dà fastidio il cordoglio, alzate il cappello, chiudete quelle ciabatte che chiamate bocche e passate oltre. In silenzio, possibilmente; stupide sguattere della vostra ignoranza.
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R.I.P. 10-01-2016