Metti via ieri e le bocche che si muovono in quello spasmodico masticare, parlare, parlare, parlare sullo sguardo spento di chi non pensa.
Metti via ieri e le briciole di pane che volteggiano nell'aria, l'odore del vino, le bollicine e il rumore di chi va.
Metti via ieri e il fruscio di chi arriva, così lucido e fresco.
Via.
Metti via ieri e accucciati qui, perché fuori fa freddo.
Oggi è cominciato con il caffè in tazza grande, non come quello del bar, perché a me il caffè piace in tazza grande solo se c'è una grande quantità di caffè.
Oggi è cominciato con il calore della tazza fra le mani e lo sguardo perso tra la pioggia e il grigio, che poi era buio che non mi lasciava entrare.
Sorseggiavo, sorridevo e pensavo che Cinzia avrebbe capito. Con lei ci scambiamo emozioni e posso essere scema quanto voglio. Possiamo esserlo entrambe sapendo di potercelo permettere, come sappiamo che non c'è bisogno di sottolineare qualsiasi cosa. Siamo così, come capita e capita di essere anche sceme.
Oggi è cominciato con il calore della tazza fra le mani e lo sguardo perso tra la pioggia e il grigio, che poi era buio che non mi lasciava entrare.
Sorseggiavo, sorridevo e pensavo che Cinzia avrebbe capito. Con lei ci scambiamo emozioni e posso essere scema quanto voglio. Possiamo esserlo entrambe sapendo di potercelo permettere, come sappiamo che non c'è bisogno di sottolineare qualsiasi cosa. Siamo così, come capita e capita di essere anche sceme.
Metti via ieri e quei pensieri, possono tornare utili per l'anno prossimo. Metti via la neve ai monti, il sole al mare e la pioggia che non accenna a smettere.
Via.
Chi ride spesso e chi vive imbronciato, metti via chi si lamenta di tutto e di tutti, metti via ciò che leggi e ciò che scrivi.
Via anche chi ti parafrasa, per salvare la faccia con gli altri, ma non con sé.
Metti via ieri e la musica, ma non troppo nascosta, perché quella serve sempre; la pesantezza di De Gregori e quella di Guccini, ma non dirglielo. La voce brutta di Battisti e i guru intoccabili, perché nessuno lo è, intoccabile, sul serio.
Metti via ieri, le giornate invernali che non tornano e quelle che passano, metti via ieri, quel sorriso imbalsamato e corri più forte, fino a mescolarti al contorno, fino a diventare una scia grigia.
Metti via ieri, chi ti legge e ti seziona per… non so perché, ma se ti rileggi a pezzi vuol dire che… non so cosa voglia dire, comunque, mettile via bene in fondo.
Via, chi finge di essere passerotto ma è rapace e metti via anche i consigli per gli acquisti.
Oggi è così, piove e tendo l'orecchio per sentire se le gocce hanno messo i tacchi, se sono ghiacciate, se passeggiano intorno a te, invece la voce della pioggia è quella di una donna lenta e scalza. Mettila via, ma a portata di mano e vieni qui ché il caffè e quasi pronto, di nuovo. Metti via il suo profumo, ma senza sgualcirlo.
Oggi sorrido e Cinzia lo sa.
Metti via ieri e il superfluo, chi si definisce semplice e solare, chi ti definisce.
Via chi ti lascia invecchiare dimenticandoti, come un oggetto sulla mensola più alta, lì da sempre. Via le angosce, le tendenze e chi le decide. Metti via ieri e chi sottolinea un pregio personale spacciandolo per difetto, chi sottolinea un difetto personale spacciandolo per pregio e chi sottolinea tutto, chi ti spaccia e chi ti nasconde. Chi ti sottolinea e poi ti mette via.
Metti via tutto, stanno arrivando, non so chi, ma se fai piano non ti notano. Metti via tutto, tira fuori le palle e, non dico di vivere ma, almeno, respira e bevi un lungo sorso di caffè.
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Via.
Chi ride spesso e chi vive imbronciato, metti via chi si lamenta di tutto e di tutti, metti via ciò che leggi e ciò che scrivi.
Via anche chi ti parafrasa, per salvare la faccia con gli altri, ma non con sé.
Metti via ieri e la musica, ma non troppo nascosta, perché quella serve sempre; la pesantezza di De Gregori e quella di Guccini, ma non dirglielo. La voce brutta di Battisti e i guru intoccabili, perché nessuno lo è, intoccabile, sul serio.
Metti via ieri, le giornate invernali che non tornano e quelle che passano, metti via ieri, quel sorriso imbalsamato e corri più forte, fino a mescolarti al contorno, fino a diventare una scia grigia.
Metti via ieri, chi ti legge e ti seziona per… non so perché, ma se ti rileggi a pezzi vuol dire che… non so cosa voglia dire, comunque, mettile via bene in fondo.
Via, chi finge di essere passerotto ma è rapace e metti via anche i consigli per gli acquisti.
Oggi è così, piove e tendo l'orecchio per sentire se le gocce hanno messo i tacchi, se sono ghiacciate, se passeggiano intorno a te, invece la voce della pioggia è quella di una donna lenta e scalza. Mettila via, ma a portata di mano e vieni qui ché il caffè e quasi pronto, di nuovo. Metti via il suo profumo, ma senza sgualcirlo.
Oggi sorrido e Cinzia lo sa.
Metti via ieri e il superfluo, chi si definisce semplice e solare, chi ti definisce.
Via chi ti lascia invecchiare dimenticandoti, come un oggetto sulla mensola più alta, lì da sempre. Via le angosce, le tendenze e chi le decide. Metti via ieri e chi sottolinea un pregio personale spacciandolo per difetto, chi sottolinea un difetto personale spacciandolo per pregio e chi sottolinea tutto, chi ti spaccia e chi ti nasconde. Chi ti sottolinea e poi ti mette via.
Metti via tutto, stanno arrivando, non so chi, ma se fai piano non ti notano. Metti via tutto, tira fuori le palle e, non dico di vivere ma, almeno, respira e bevi un lungo sorso di caffè.
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