Ho voglia di scriverti un'emozione, di mettere una mano dentro e rovistare senza guardare e senza scegliere, bella o brutta, tanto il pavimento è sporco, lascia che coli.
Ho voglia di scriverti una paura, una di quelle che vivono sotto al mio letto e aspettano che metta giù un piede, uno qualsiasi, giusto o sbagliato.
Ho voglia di scriverti un ricordo, uno di quelli che mi fanno pizzicare gli occhi e guardare lontano, davanti a me.
Ho voglia di scriverti un desiderio, almeno uno da quinta liceo e non da terza media; di come sono e di come mi vedono, ma l'ho già dimenticato.
Ho voglia di scriverti dei passi sulla ghiaia e di quella notte senza luna, di quando sono andata via e non sono ancora ritornata.
Ho voglia di scriverti, perché di parlare sono stanca; ho voglia di scriverti di come sto quando sento questa canzone, del perché io l'ascolti tre volte e cosa vedo quando alzo il volume.
Ho voglia di scriverti di quando non andavo a letto e non partiva la macchina, di quando accostavo con la testa sul volante e respiravo forte. Ho voglia di scriverti di cosa vedo quando non guardo e di tutti i sorrisi che ho ucciso sul nascere; tutto quello che vorresti sapere, come a lasciar cadere gli indumenti, uno a uno, restando nudi e senza tasche, con le mani addosso.
Ho voglia di scriverti un peccato, di sceglierlo con cura dal catalogo delle cose irripetibili e restare ferma a guardare mentre te lo fai girare sugli occhi, nella mente e sulle labbra.
Ho voglia di scriverti una storia, c'era una volta, due, tre… e poi addormentarci, ma non troppo abbracciati, perché devo essere libera di alzarmi a guardare la notte.
Ho voglia di scriverti di quando non dormo o di quando mi sveglio, di quando mi commuove la colonna sonora ma non il film e delle mie manie più stupide.
Ho voglia di scriverti di quando giocavo con il fuoco senza essermi mai bruciata o della corda che ho tirato e si è spezzata; di me, di quando cucino e della scelta degli ingredienti. Del sorso di birra mentre soffriggo o grattugio; del profumo di lievito e di quello del burro, della pelle calda sotto il sole e dei capelli bagnati di pioggia novembrina.
Ho voglia di scriverti a piedi scalzi e con la musica che vibra nel cuore e in bocca. Hai mai corso con le note, urlando nella mente?
Di sesso ruvido e concetti teneri, ho voglia di scriverti che non credo nei ruoli predefiniti né nel fascino della disperazione, che non cedo alla lusinga della solitudine, finché esiste qualcuno che m'immagina mentre sogno.
Ho voglia di scriverti ancora, senza un filo logico, di ridere fino alle lacrime, fino a sciogliere le parole, pensieri blu che scorrono come volti deformati allo specchio e dimenticarli, come non fossimo mai esistiti.
Ho voglia di scriverti, spettabile ed esimio, per darmi un tono, per ascoltarlo e sfumarlo, vorrei scriverti cose sciocche come le colpe attribuite a me stessa, prima che lo facessero gli altri. Ho voglia di scriverti perché taccio quando c'è confusione e perché ho paura dei rumori inaspettati; di quanto io detesti chi vuole accorciare le distanze o di come mi arrabbi sottovoce.
Ho voglia di scriverti in ginocchio, mentre ricordo come ci si rialza.
Ho voglia di scriverti e non è escluso che io lo faccia, forse un giorno, forse in un silenzio, dopo una corsa con le note, urlando nella mente. Forte.
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