giovedì 17 luglio 2014

In viaggio

"Quanti modi di viaggiare conosci?"
Una domanda sussurrata così vicino da scoprire un viaggio nuovo.
"Due. Uno è illegale."
Mentre pensavo fortemente tre.
La pelle fresca e le labbra, bollenti, immobili sul mio palmo.
Un sorriso complice inghiottito da uno sguardo così serio da mescolarsi a quella notte senza stelle né luna.
Senza bagagli.

Esistono incontri che sono viaggi, più o meno lunghi. Persone che sono paesaggi, itinerari, soste o cambi di programma. Una notte, due, tre. Una vita. Quattro ore. E, se è valsa la pena, ricorderai quel viaggio.
Resti ferma, mentre scorri diapositive che non condividerai mai con nessuno. Ripercorri occhi, labbra e pelle. Odori e respiri. Ascolti parole senza senso e non ti riconosci, ma sei.
Passeggi sulle risposte, perché un viaggio non ha bisogno di domande quando hai le emozioni zingare, e non lo dici perché la gente non capisce, la gente programma tutto, anche le occhiate davanti allo specchio e, se per strada si fermasse il treno per il paradiso, lo lascerebbe andare perché non ha bagaglio pronto. Ché se non hai cinque paia di scarpe per tre giorni sei nuda e io, che ti vengo incontro scalza, sono in viaggio dal primo sguardo.
E non lo dici perché è tuo.

Stazioni di passaggio a tempo indeterminato.
(fino a noi)
Binari.
(fammi morire)
Seduta dal lato finestrino.
(scorri e non passi)
Sorrido e ne accendo una, mentre le stagioni scorrono.
Estate.
(ho sete)
Inverno.
(Accendimi)
E le mezze erano in viaggio a viverci, in vacanza dal buonsenso.
E guardo i sorrisi abbronzati e guardo il pallore di tutto questo viaggiare leggeri.
(hanno valigie pesanti incatenate al dito)
Un solo cambio, niente abito, un posto al riparo dal sole e basta. Un viaggio, una vacanza da ricordare.
"Quanti modi di viaggiare conosci?"
"Uno. E non sono ancora tornata."
















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