Come per il post precedente, ti avviso. Questo spazio contiene materiale altamente Natalizio. Se sei intollerante sei ancora in tempo per scappare.
Sono tanti i Natali del mio passato, gli aneddoti che mi hanno sempre regalato un sorriso o una gioia di quelle semplici che profumano di burro, farina, uova e zucchero; impastati, modellati e sfornati.
Ho avuto anche io il mio periodo "odio il Natale", non lo nego, fortunatamente durato poco, giusto la stagione transitoria di un'adolescente ribelle e insoddisfatta, una sciocca bamboletta che voleva uscire con gli amici e sbuffava a tavola con i parenti, ma poi sono tornata in me, poi ho ricordato.
Ho avuto anche io il mio periodo "odio il Natale", non lo nego, fortunatamente durato poco, giusto la stagione transitoria di un'adolescente ribelle e insoddisfatta, una sciocca bamboletta che voleva uscire con gli amici e sbuffava a tavola con i parenti, ma poi sono tornata in me, poi ho ricordato.
È una sera troppo vicina al 25 Dicembre, siedo a gambe incrociate sulla poltrona con il mac addosso; alla mia sinistra il cellulare che ogni tanto mi illude di non essere sola, alla mia destra c'è Lui, la mia compagnia.
Vi presento "Natale" o, meglio, una piccola parte del mio Albero.
Si chiama proprio Natale, come la festa che amo, come tutto il peso dei miei Natali passati accumulati in anni di addobbi e chiacchierate in penombra. Natale; come una persona, ma non come "un albero di Natale qualsiasi". Ogni dicembre compro un piccolo ninnolo da aggiungere, uno solo, perché è molto carico e perché il presente si vive con la novità di qualcosa che un attimo prima non sapevi, il nuovo è lo Spirito del Natale presente, e io lo osservo, lo ascolto mentre mi spiega le cose che non conosco.
Rosso e oro, luci multicolor e anima Blu.
Il mio albero si chiama Natale come il primo, comprato a buon mercato il primo anno che sono andata a vivere fuori casa, lontana da mamma e papà, lontana da quell'albero che profumava di resina e mi parlava con una voce più antica. Il mio primo albero era piccolo e carico come la slitta di Babbo Natale, poi sono passati gli anni e il materiale scadente lo aveva fatto piegare su se stesso, fino a quando ho cambiato casa e ho potuto permettermi un albero alto 180 cm. e, poco per volta, sono riuscita ad addobbarlo.
Tendenzialmente sono restia a buttare via i ricordi, ho tenuto il vecchio e piccolo albero per il balcone, fino a quando un vento esagerato lo ha dilaniato, allora ho pensato fortemente che il suo Spirito fosse passato nel nuovo acquisto e tutto è andato alla grande.
Ogni primo Dicembre, mentre il resto della popolazione aspetta l'Immacolata per gli addobbi, io passo una giornata a decorare Natale. Molte cose sono vecchie, arrivano dagli anni '90 e le distribuisco per casa, anche quella vecchia palla di neve che ormai al suo interno ha un babbo natale avvolto in una massa di gelatina, ma non posso e non voglio buttarla via, ha sempre qualcosa da raccontarmi.
Mentre penso al mio Natale 2013, le luci qui accanto aumentano l'intensità, con il giorno che da ore ha spento le sue, con l'artificiale diventato naturale.
Spengo il giorno, accendo la sera e penso a oggi, lasciandomi guidare dallo Spirito del Natale. Quello del presente.
"Non c'era niente di particolarmente felice nella città o nel clima, eppure aleggiava un'atmosfera di felicità tale che il più limpido cielo estivo e la più splendida notte d'estate avrebbero invano cercato d'eguagliare. (Cantico di Natale- C. Dickens, Strofa III "Il secondo dei tre spiriti")"
Inizio a sentire il Natale più o meno da metà Novembre. Chi mi conosce bene si preoccupa quando non ne parlo e, soprattutto, quando non preparo i dvd Natalizi a portata.
Dal primo Dicembre inizio a decorare l'albero, in genere impiego una giornata per finirlo, se inizio al mattino e, un giorno per volta, addobbo casa, fino ad arrivare all'otto e alla renna ubriaca sulla porta di casa. Il tutto avviene con in sottofondo la proiezione di un film natalizio. Vado in ordine d'importanza, quelli meno classici fino ad arrivare a capolavori (a mio avviso) come Il canto di Natale, che ho in quasi tutte le sue versioni, animati e non, chiave moderna o meno, Scrooge resta il mio preferito. Da quando ero piccola è stato amore a prima lettura, il libro mi aveva un po' inquietata e ricordo che mi avevano preso un fumetto di Topolino in cui c'era la versione con Paperon de' Paperoni nella parte di Ebenezer Scrooge, giusto per farmi tranquillizzare sostituendo le immagini spaventose della mia fantasia con personaggi un po' più simpatici.
Siamo a una settimana dalla vigilia, e ho già provveduto ai regali, non mi sento un'eroina per questo, diciamo che mi gusto il Natale perché sono predisposta da dentro. Ho risolto tanto tempo fa la questione stress, e l'ho fatto con la mia lista personale dei buoni, depennando tutti i regalini "per dovere". Non faccio niente se non per piacere ed è per questo che non diventa uno stress lo shopping Natalizio.
Le frasi fatte stile "a Natale siamo tutti più buoni" e la risposta "è ipocrita essere buoni solo a Natale e poi il resto dell'anno no" mi fanno sempre sorridere. Io sono così tutto l'anno, nel senso che sono simpatica con chi mi è simpatico e assolutamente inesistente con chi non mi piace (ok, qualcuno direbbe "anche un po' stronza" ma non è vero, sono solo "diversamente socievole") .
E a Natale faccio lo stesso.
Non sopporto chi deve ricambiare i regali a tutti i costi, quello è uno stress che le persone si possono evitare, mi fai un regalo perché hai avuto un pensiero per me, grazie, la cosa mi colpisce, soprattutto se mirato. Me lo fai affinché io corra all'ultimo momento a comprare qualcosa per te, ti attacchi. Se non sei sulla mia lista personale dei buoni, non ti regalo neanche una pallina di agrifoglio cascata dal vaso. Però ti auguro Buon Natale, e te lo auguro dal cuore.
E a Natale faccio lo stesso.
Non sopporto chi deve ricambiare i regali a tutti i costi, quello è uno stress che le persone si possono evitare, mi fai un regalo perché hai avuto un pensiero per me, grazie, la cosa mi colpisce, soprattutto se mirato. Me lo fai affinché io corra all'ultimo momento a comprare qualcosa per te, ti attacchi. Se non sei sulla mia lista personale dei buoni, non ti regalo neanche una pallina di agrifoglio cascata dal vaso. Però ti auguro Buon Natale, e te lo auguro dal cuore.
Del Natale mi piace il calore del mio Albero, anche in questo momento, sono qui, scrivo, mangio cioccolatini e lui mi appoggia la sua luce sulle gambe, oltre la spalla; sbirciando questo spazio e brillando di energia positiva.
Aspetto a giorni l'arrivo dei miei genitori; che si vada da loro o che si spostino per venire qui, una cosa è certa: in cucina ci sta mamma, anche perché il regalo più bello è sicuramente la loro presenza unita ai sapori della mia infanzia. Ci troveremo tutti a casa di mia sorella, sicuramente più spaziosa del mio piccolo nido.
Sento sempre dire "non vedo l'ora che sia il sei gennaio" e mi si stringe il cuore, perché del Natale amo tutto il periodo che lo precede, l'albero con sotto i pacchetti da consegnare, la sua luminosità riflessa su carta colorata e sorprese di ogni forma. Mentre le pubblicità si sprecano, mentre la programmazione inizia a cambiare e accantonare palinsesti catastrofici, e sappiamo quanto ci sia bisogno di un briciolo di leggerezza unita alla speranza, potendo scegliere se farmi il sangue amaro con la politica o passare un paio di ore in serenerà, non ci penso troppo e schiaccio play, ho una videoteca natalizia molto assortita.
La mia tradizione è mettere il dvd del Canto di Natale versione Muppet's la sera della vigilia, subito dopo la mezzanotte, quando si aprono i regali, solo che la confusione a casa di mia sorella e la pesantezza del cenone, fanno pensare al letto e, personalmente, immagino il mio Natale a casa mia, tutto solo e spento.
Allora rimetto il dvd in borsa, guai a dimenticarlo, e quando arrivo a casa accendo l'albero.
Natale.
Lo trovo sorridente, comprensivo e gioioso. Da lì a poche ore sarà il suo momento, allora mi guardo Festa in casa Muppet, sorseggiando un digestivo, guardando ogni tanto Natale che brilla, e lo fa anche senza i pacchetti sotto. Lascio giusto la mia immancabile scatola di Pandoro Bauli a tenergli compagnia e guardo lo schermo della tv lasciandomi accarezzare il cuore.
"È Natale da un'ora e mezza e sei bellissimo."
"È Natale nei tuoi occhi, nel tuo cuore, e mi vedi così."
Non esistono alberi di Natale brutti, Ogni casa ne ha uno con il suo spirito, anche un vecchio melo senza foglie, se addobbato di lucine e amore, diventa bellissimo.
Questa sera guardo il mio albero, sa che sto scrivendo di lui, sa che Natale è vicino e sa che ne ho bisogno, per non dimenticare, per sperare e sentirmi piccola ancora una volta.
Fino al giorno tanto atteso, al pranzo con la tovaglia buona e la tavola imbandita a festa, fino a eliminare ogni traccia di sorpresa, anche il regalo messo al mattino, quello che la notte prima non compariva tra gli altri, quello portato da Babbo Natale, perché Babbo Natale non deluderà chi crede in lui.
Si mangerà tanto, troppo, le mandibole non si fermeranno un attimo "Prendi due mandarini che dissetano un po", sorriderò guardando mia mamma in meritato relax, l'ultima a sedersi e la prima ad alzarsi. Cercherò nel suo sguardo la luce della gioventù nascosta e ricorderemo qualche Natale passato, prima di riporre anche questo.
Festeggio il Natale con la famiglia, pochi intimi di qualità. Non lo passo più con zii e cugini, proprio perché non voglio si trasformi nella festa della falsità, vedo i miei parenti solo quando i miei vanno all'ospedale, e sono stati depennati dalla mia lista dei buoni.
Festeggio il Natale perché mi ritengo fortunata di avere ancora mamma e papà abbastanza in gamba, ma gli anni passano, e non so cosa i Natali futuri abbiano in serbo per me, spero ancora tanta gioia e gli abbracci dei miei genitori, dei miei cari. Vivo ogni Natale mentre il presente scivola e il suo spirito ha la barba grigia. Arriva e passa in fretta, e la sera non riesco più a mangiare, resto a casa mia, con Natale un po' meno luminoso, forse è stanco, sono giornate lunghe per lui, e mi accorgo che ha i rami curvi, o forse sono io a vederlo così.
"Ancora pochi giorni e potrai riposare, amico mio."
"È sempre bello restare con te."
Vivo ogni Natale futuro per avere in tutti i presenti un passato da ricordare, guardandolo sul mio amico albero, in una vecchia stella, nella nuova campana, in quel ramo interno che ha un piccolo spazio per il Natale che verrà.
E, come un vecchio burattino inerme sulla sedia, lo riporrò nella parte più alta dei miei ricordi, domandandomi quanto tempo manchi al prossimo Natale. Sempre troppo.
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