Quando non puoi dormire vuoi; senza ponderare troppo, senza elencare nė chiedendosi i perché.
Dei mille e uno volti della notte riconosco quello stanco, quello con lo sguardo perso lontano, dentro una stanza che sa di fumo, di birra e di noi. Con le pareti proibite e le rifiniture complici, con l'interno rumoroso, con un "shhh, fai piano" nella testa, e un sorriso affiorato da quel morso partito dagli occhi.
Ti guardo e ti volti, il viso familiare "Tu, chi sei?" E mi riconosco in questa notte pigra e troppo lenta per riuscire a scappare, allora non resta che viverla e dormire lontano, che poi, dormire ė un po' fuggire, senza alzarsi dall'ozio, dormo via, tenendo gli occhi spalancati, passando dalle tue mani alle mie, senza soste inutili, noi che abbiamo fretta e non possiamo fermarci.
(Noi che non vogliamo)
Mentre disegno i volti della notte, ora luna ora sole, tramonto e alba. Notte trasformista, notte di bisogni e di voglie, una, cinque, dieci, mille e una notte, insonnia da favola, di quelle che "raccontamelo ancora" e ti vedi bella attraverso i suoi occhi, perché tu non sai guardarti così e non ti credi più, ma non è poi così importante crederti o forse sì, e non è questo il punto se a guardarti è la notte.
Quando non vuoi dormire voli via e saluti la luna, guardi la città da lassù e ti senti dio, solo che non schiacci alcun pulsante, perché non hai voglia di giocare, perché hai una notte che scivola via, poco pratica da gestire, ma c'è, e non posso mandarla a casa sua, allora non voglio essere dio, preferisco essere me, perché di sentire le voci della gente non ho testa.
Torno in quella stanza e stai già dormendo.
Fammi posto, fammi presto, fammi. Notte.
venerdì 10 gennaio 2014
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