Quesiti degni di Giacobbo e di uno speciale Mistero più approfondito della puntata Maya.
Credo che il termine Tweestar sia stato coniato con l'apertura di Twitter. Tutti ne parlano, ma, stringi stringi, a una domanda semplice come "Chi sono?" nessuno risponde.
Appena iscritta leggevo questi pensieri campati in aria in cui compariva il termine, credevo fossero i personaggi noti della tv, un modo alternativo per chiamare le stelle del video, invece, con il tempo, ho capito che dare della "Tweetstar" a qualcuno, è quasi peggio dell'insulto a un genitore.
Ogni parola ha un suo colore, suono, odore. Nel termine "Tweetstar" si sente l'intenzione, il disprezzo profondo, quasi fosse la Lettera scarlatta da mettere in biografia, se solo ci fosse un elenco, ma a nulla sono serviti anni e anni di appostamenti e ricerche; nessuno le ha viste, eppure tutti giurano sulla loro esistenza. Un po' come Keyser Söze, intorno alla vita di una Tweetstar sono state create leggende da non far chiudere occhio la notte, ho sentito dire che una Tweetstar, di fronte alla minaccia di uccidere un gattino di Instagram se non avesse consegnato le proprie bozze, abbia staccato la testa al cucciolo e se la sia mangiata ridendo a crepapelle. Cose da urli.
C'è chi isola la Tweetstar in coloro che hanno tanti follower, chi giurerebbe di aver visto Tweetstar non retweettare mai, chi invece pensa siano persone che hanno più followers che following. Una persona mi ha raccontato che le Tweestars non rispondono alle menzioni, neanche una stellina, un'altra dice che loro stellinano e basta.
Non dimenticherò mai l'incontro con quel ragazzo impaurito, al tavolo di un bar, che mi disse di aver visto più Tweetstar interagire solo tra loro, alcuni si scambiavano complimenti e Retweet, ero sconvolta, abbassando la voce di un tono, gli chiesi chi fossero, e, iniziando a tremare mi disse che Essi sono ogni giorno sotto gli sguardi di tutti. E se ne andò così.
Mentre scrivo questo post per fare luce su un Mistero più grande di me, riordino il materiale accumulato in più di un anno e mezzo; ogni tanto mi guardo le spalle per paura che mi sorprenda uno di loro, non sono tranquilla, e, se dovessi sparire e qualcuno leggesse queste parole, indagate su Twitter. Sicuramente la chiave di tutto è lì dentro.
Dati ottenuti:
Hanno tanti Follower.
Non Retwittano.
Hanno migliaia di Follower e poche centinaia di Following.
Non rispondono alle menzioni.
Non stelinano.
Stellinano e Basta.
Interagiscono tra loro.
Si Retwittano tra loro.
Tutti negano.
Sono tra noi.
Prove concrete:
Nessuna.
Sospettati:
Chiunque.
Gli occhi bruciano, il posacenere è pieno e, fossi stata un uomo, avrei la barba lunga, ma non si può avere tutto.
La mia ricerca ha portato a domande su domande, nessuno ha saputo fare luce sulla questione. Traggo le mie conclusioni.
Le Tweetstar sono una leggenda metropolitana. Come tutte le leggende, anche quella della Tweetstar, nasce da una verità distorta e riportata ai giorni nostri con particolari ricchi di ricami e merletti. Un romanzo degno di Jeffery Deaver.
Credo che i primi utenti di Twitter si siano trovati in questa nuova realtà, con poche persone, a sperimentare un Social Network usando la sintesi e dando sfogo alla propria fantasia, centellinando il tempo libero. Con gli anni e l'arrivo di molte altre persone, i primi utenti si sono trovati spiazzati e felici, ma sommersi dalla voglia di comunicare di ogni nuova persona, molti con linguaggio, usi e costumi diversi. La reazione non è stata uguale per tutti, perché non siamo tutti uguali.
Alcuni hanno scelto cosa leggere, altri usano il tempo libero per scrivere, senza sprecarlo in numerose interazioni, poi c'è chi retwitta solo ciò che sente più vicino al proprio stile, o chi sceglie di non retwittare per motivi suoi. Per quanto riguarda il numero di following, la scelta di selezionare nasce anche (e non solo) dall'esigenza di essere tranquilli e non avere rotture in forma privata, da quando lo faccio anche io, sono spariti tutti quei dm fastidiosi a sfondo sessuale che fanno venire voglia di chiudere tutto e andare via. E Seguire persone che usano twitter solo per intergire, non ha senso, a mio avviso (Come ho già spiegato nel post sul mio uso del Social Network). Ora che ci penso, siamo tutti possibili Tweetstar, chi non ha almeno uno di questi requisiti, punta il dito su chi fa di Twitter un angolo a proprio uso e consumo che, possibilmente, sia piacevole, visto che non è un lavoro.
Ho ripescato questo post parcheggiato nelle bozze. Stamattina ho letto una frase su Twitter che mi ha fatto venire voglia di rispolverarlo. Scritta da una persona che ha una sintesi invidiabile e riassume, in parte, il mio pensiero.
Da Fran Altomare @FranAltomare : Il concetto di Tweetstar è identico al concetto di Uomo Nero. Esiste solo per metter paura. Nelle storielle. Ai bambini.
O forse no?
Il bello di Twitter è anche questo. Nel dubbio, guardatevi le spalle. Sempre.
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