mercoledì 7 agosto 2013

I ricordi sgualciti

Mi rifugio in ricordi sgualciti, alla ricerca di quelle tracce che si erano perse tra una corsa a piedi nudi e il sapore delle prugne acerbe appena staccate dall'albero.
E la voce di nonna che diceva che mi sarebbe venuto il mal di pancia mi riporta a quel profumo di pane appena sfornato mescolato al sapone di marsiglia della sua pelle. La voce severa e lo sguardo che si addolciva di fronte alla mia faccia colpevole e le ginocchia sbucciate. Il suo abbraccio, i suoi baci e la mia voglia di tornare a casa con lei.
"Se fai così non vengo più a trovarti."
E intanto guardava mia madre aspettando il suo consenso per portarmi con sé.
Mi rifugio in quella piccola cucina dai pavimenti lucidi e il profumo di amore, priva di merendine confezionate, ricca di pane caldo e olio, di focaccia dolce e biscotti appena sfornati. Piccola e spaesata nella mia camera, perché la mia stanza era il lettone della nonna, svogliata di fronte alle polpette della mamma, perché le polpette della nonna erano più buone, anche se allungava l'impasto di carne con un po' di pane in più avendo altri figli in casa; piccola e spaesata durante le vacanze estive, e non vedevo l'ora ricominciasse la scuola per tornare a casa mia, anche se c'ero, ma l'altra casa era più sicura, e la nonna aveva sempre la soluzione per ogni cosa.

Mi rifugio in ricordi sgualciti che hanno i colori di cosmetici a buon mercato e l'odore di baci alla bigbabol, rubati in un parcheggio, mentre il resto del mondo non interessava a me e alle braccia che mi stringevano convinte di possedere, quando, in realtà, scivolavi via da ogni angolo insieme alla tua mente che non riuscivi a spegnere. E mi domandavo cosa fosse l'abbandono di cui tutti parlavano, quando io avevo la dimora fissa nella mia testa, e non riuscivo a perdermi mai.

Mi rifugio in ricordi sgualciti che ho coperto da un telo di lino. La giusta trasparenza del vedo poco perché fa male spiccare il volo e allontanarsi dalla tua dimora. Rischi di perderti per scoprire che la tua testa non ha più residenza, allora soggiorni dove capita, alla ricerca di qualcosa o qualcuno di familiare, che è sempre stato lì ma che non vedi. Intanto il tempo ti bussa alle spalle, portandoti via gli affetti più cari. Quel profumo di pane appena sfornato e sapone di marsiglia saranno per sempre un ricordo sgualcito che avevi dimenticato crescendo, allontanandoti dal nido, sentendoti grande e vissuta, quando non capivi niente, quando eri più consapevole da piccola quali fossero le priorità e gli affetti veri, quando hai alzato le spalle perché ci sono amori che continueranno a essere tali a prescindere e amori che non possono aspettare. Ed è stata la scelta dei secondi, a sgualcire i miei ricordi.

1 commento:

  1. I ricordi di chiunque abbia vissuto una giovinezza fatta di affetti sinceri. :)

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