mercoledì 17 luglio 2013

La sete

Siamo tutti l'oasi di qualcuno.

È che quando ci si ritrova nel deserto non si bada molto alla fonte, ci buttiamo nella prima pozza che capita, per placare l'arsura e per avvelenarci un po'.
E più bevi più ne vorresti, perché l'acqua è poca, quella è anche sporca, ma sei nel deserto e da lontano sembrava limpida, invitante, bevi, bevi e ti accorgi che è già finita, hai solo bagnato le labbra e la sete ti divora da dentro.
Sei talmente stanca che ti sdrai, accendi un'altra sigaretta e improvvisamente guardi il soffitto. Non c'è più cielo né sabbia. Sei in un letto sfatto e scalci via le lenzuola, serve aria, apri la finestra e il mondo sembra puntare il dito, allora la richiudi e cerchi qualcosa che faccia passare quella sete che ti sta bruciando in gola.

Siamo tutti il risveglio di qualcuno.

Dormi, mi ripeto, se non ci pensi tutto passa, anche le persone. Dormi, se chiudi gli occhi non vedi il vuoto. Dormi, nei sogni le oasi sono limpide e fresche. Dormi e ti disseterai.
Vigile, apro gli occhi e penso che una birra sarebbe la soluzione.
Faccio una doccia e lascio scorrere il peccato sulla pelle, apro la bocca e l'acqua si asciuga come un velo steso al sole. Un risveglio sbagliato, miraggio, più che oasi.

Siamo tutti il segreto di qualcuno.

Nascondimi, stringimi forte, non mi farai male. Sarebbe doloroso il contrario. Dissetami, ché le mie labbra sono bruciate da baci sbagliati. E fissi quel soffitto che diventa cielo, con due occhi in più, la mano accarezza la sabbia e non fai altro che pensare per avere.
Stringimi e facciamo che io riconoscevo le tue mani a occhi chiusi e tu respiravi il mio profumo maledicendolo qualche ora dopo.

Siamo tutti la sete di qualcuno.

Per tutte le ultime volte che "ancora dieci minuti" e non esistono gli orologi, tanto il tempo viene misurato in baci, ché non può durare più di una ventina di minuti, un bacio, mentre la luce esterna cambia intensità. Ma era un'ultima volta, non si può pretendere di spaccare il minuto, e dimentico la sete, dimentico il respiro che mescolo al mio profumo e spero solo che possa camminarti sotto la pelle, quando laverai via questo peccato, mentre osservi lo scarico libero e l'acqua limpida. Mentre in un altrove maledetto io mi abbraccerò osservando la sigaretta che brucia, forse avrà sete, allora la bacio e lascio che mi consumi la gola.
Il silenzio è complice di ogni fotogramma, ed è nel silenzio che si consumano i fardelli più pesanti, come sanno fare le donne adulte e gli uomini veri. Ma siamo tutti un po' bambini, quando si tratta di provare dolore, vorrei saperti sereno e dissetato, sono sempre stata brava a mentire a me stessa, in realtà, provo una perversa felicità al pensiero di te che maledici il mio profumo e che provi l'arsura della vera sete. Di quella che si prova solo una volta assaggiata l'acqua fresca e limpida. Non una fanghiglia scavata nel deserto.
Allora rivivi quell'ultimo bacio finito tra la sabbia, le lenzuola o forse era il cielo, poco importa, è stato quando ci siamo dissetati.



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