domenica 7 luglio 2013

Moviola di un sogno

Non esistono sogni di serie A e sogni di serie B.
Si gioca un campionato; si corre e rincorre quella palla, senza perderla di vista un attimo, braccati dalla parte bacchettona dell'inconscio, l'angioletto sul lato destro che ti dice che non devi, ma tu scarti e continui a correre, non passi la palla, ché è meglio non affidare agli altri il tuoi sogni.
arrivi davanti alla porta e guardi negli occhi il senso del dovere, lo sfidi, odiando quella posizione un po' scimmiesca, fai una finta e, quando si sposta un poco, ecco che tiri.

La stanza è in penombra, il blu della lampadina si sente sulla pelle chiara, quasi a sfiorarla. Non amo il buio e neanche la luce accecante, sorrido, ti sei ricordato. Blu, l'atmosfera perfetta per riuscire a guardarsi negli occhi sentendosi nudi nella giusta misura, anche quando indossi ancora i vestiti.
La presenza del tuo profumo, mescolato al mio, e penso che loro si stiano già toccando. Rabbrividisco e già so che mi stai guardando. So anche come.
Ogni cosa è perfetta, non c'è traccia delle mie paure nei tuoi occhi, ti riconosco in questa stanza e non penso ad altro se non alle tue mani, così grandi e familiari. Non c'è bisogno di parlare, chiudo gli occhi per un attimo e ti sento. Sento la pelle e quello sguardo che brucia addosso. Sento i brividi e le tue dita che li percorrono. Senza fretta.
Abbracciami.
E lo penso così forte che lo fai, mi stringi e svanisci, più non ti vedo più sento le tue braccia.

Rete.
Maledetto arbitro, gol annullato per fuorigioco. Ma ero in posizione perfetta, e ogni notte c'è la moviola.
Intanto, aspetto la partita di ritorno. Ogni notte è quella buona, forse, addirittura questa.
Continuo a giocare il mio campionato, nella penombra blu di quella stanza, nel profumo di quelle braccia.

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