martedì 9 luglio 2013

Saltando si vola

Forse dovrei scrivere anche io una guida su cosa fare e cosa no, su come vestirsi, truccarsi, cosa mangiare e come. Per non tralasciare qualcosa e per entrare a fare parte del prefabbricato che a noi piace tanto.
Non posso farcela.
Io che all'ultimo momento mi tappo il naso, chiudo gli occhi e salto. A volte sbaglio atterraggio, e se forse avessi programmato un po' meglio la cosa non sarebbe successo, ma è più forte di me.
Vivo e cammino bendata. Il mio gioco preferito è mosca cieca, con il rischio di trovarmi un calzino spaiato, ma quando uso i calzini ho jeans e scarpe da tennis, non si vedono.
Vivo in un mondo monocromatico, ma è bellissimo guardarlo con i miei occhi, anche quando non lo è.
Salto.
Durante il volo penso a quanto io mi senta libera e solo dopo mi rendo conto di non aver programmato alcuna destinazione.
Salto.
L'atterraggio mi porta in un angolo in cui le persone sono tutte uguali e cerco quella diversità che possa farmi da spalla.
Se mi beccano sono perduta.
Una bellissima ragazza guarda i miei calzini, durate l'atterraggio si è spostata una gamba dei jeans. Mi sento nuda e colpevole; mi allontano.
Il clone della ragazza di prima mi dice che il blu s'intona con i miei capelli ma non con i miei occhi. Non riesco a parlare e penso solo che il Blu s'intoni con tutto, soprattutto con il mio stato d'animo. Che non è nero, grigio o colorato.
Non sono una ragazza solare, non sono triste e non sono uguale a loro.
Vorrei saltare ancora per atterrare da un'alta parte, ma sono a terra. Non mi resta che volare.

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