sabato 6 luglio 2013

Gli occhi dei pensieri

Di quelle notti che dovrebbero durare giorni, tanto domani è sabato e si dorme, e premere la musica nelle orecchie per coprire il rumore dei tasti, nessuna distrazione dai pensieri, ché sono delicati alcuni di loro. Basta un respiro più profondo per farli scappar via; e ti lasciano lì. Senza averti dato modo di guardare il loro volto.
Non conoscere il colore degli occhi dei propri pensieri è qualcosa che non augurerei al mio peggior nemico, è come aggrapparsi alla carta velina mentre stai precipitando. L'afferri e pensi "sono salva", ma non finisci la parola e ti trovi nel vuoto a braccia larghe e precipiti, senza sapere se il pensiero fosse accattivante, intelligente o vuoto.
Si strappa la carta e nessuno ti presenta le tue voglie, i tuoi desideri, le tue paure o le tue ossessioni. Era qui, di fronte a me, se solo avessi alzato lo sguardo un attimo prima, adesso staremmo bevendo insieme un birra e disquisendo del più e del meno. Lui saprebbe che ho gli occhi neri e io saprei di che pasta è fatta la mia mente. Cerco un altro pensiero, ma a quest'ora dormono tutti, tranne quelli che avevo messo in soffitta perché non li uso più. La scala interna è impolverata e in quell'angolo ci sono le ragnatele. Poi, chi mi dice che sarebbero disposti a venire fuori; al loro posto, io mi volterei dall'altra parte. È come sentirli "Guarda, la stronza, adesso si ricorda di noi, non parlatele." e non avrebbero tutti i torti.
Uno scalino.
Posso dire che di spalle era ben piazzato, forse era un pensiero atletico.
Due scalini.
Le distrazioni si pagano.
Tre scalini.
Ricordo ancora gli occhi dolci di quel pensiero estivo.
Quattro scalini.
E la paura di quello che era strabico.
Cinque scalini.
Ma quello di poco fa era ben piazzato.
Sei scalini.
Gli occhi, però, raccontano tutto.
Sette scalini.
È fuggito prima.
Resti lì, con la mano sulla maniglia di quell'angolo e pensi alle ragnatele.
Non sono poi così sicura di voler guardare cosa ho nascosto lì dentro.
Torno giù, mentre Ivan Graziani canta, isolo ogni rumore e vado a sbattere tra due braccia forti, sollevo lo sguardo e ricordo.
Ha gli occhi color nocciola questo pensiero, veste di nero come la notte, ci guardiamo e cambia. Indossa il Blu; in mio onore. Ci fissiamo a lungo e adagio la testa sulla sua spalla. Ho solo voglia di dormire adesso, per pensare meglio, indossandoti come fossi un pigiama. Ma non chiudere gli occhi finché non dormo, veglia sui miei sogni, anche quelli che non si possono dire.
Soprattutto quelli

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